“Le grandi innovazioni avvengono nel momento in cui la gente non ha paura di fare qualcosa di diverso dal solito.” - Georg Cantor

La nostra azienda (che si estende su 20.000 mq a Casoria - Napoli) ha sempre creduto nelle enormi potenzialità offerte dai materiali riciclati, per lo sviluppo di promettenti soluzioni per l’edilizia sostenibile. Ciò vale sia per la nostra industria, che produce materiali da costruzione con inerti riciclati, sia per il nostro impianto di riciclaggio di materiale di risulta di cantiere e sia per gli impianti di lavaggio sabbia e chiarificazione acque reflue.
Impianti che ci permettono di produrre inerti riciclati di eccellente qualità (e di conseguenza anche ottimi manufatti e prefabbricati in cemento), in grado di ridurre sensibilmente le estrazioni di materie prime (da considerarsi insostenibili sia in termini di consumo di risorse naturali che di emissioni di CO2 derivanti dalla loro lavorazione).

Grazie a queste attività siamo riusciti nel nostro obiettivo: la sostituzione di materie prime non rinnovabili (come gli inerti di cava, di fiume e da scavo) a favore di materiale riciclato, in modo tale da garantire una preservazione del territorio; è fondamentale che ci sia una riduzione dello sfruttamento del suolo e sottosuolo (che è un fattore assolutamente critico data l’attuale situazione delle cave estrattive) oltre che un aumento della lavorazione e del recupero di materiali di risulta per creare materie prime seconde.
Prendendo in esame il periodo che va dal 01/04/2011 (inizio attività di recupero) al 31/12/20, abbiamo riciclato materiale di risulta di cantiere, quindi riutilizzato, circa 76.500 tonnellate di MPS (materia prima seconda) ovvero circa 76.500.000 Kg (76 milioni e 500 mila kg), che equivalgono a circa 63.750 m³.

Premesso che, come detto, nel periodo indicato abbiamo recuperato circa 63.750 m³ di MPS e considerando che con 1 m³ di materia prima seconda possiamo produrre, ad esempio, circa 170 blocchi da 6x25x50, se ne deduce che la produzione è di 10.837.500 blocchi (insomma quasi 11 milioni di blocchi). In pratica se mettessimo in fila uno dietro l'altro tutti questi blocchi forati da 6x25x50 si arriverebbe a 5.418 kilometri (cinquemila e quattrocento kilometri). Per avere un'idea di quanto detto, basta considerare che la distanza tra Londra e New York è di 5.567 km: in pratica abbiamo recuperato materiale e prodotto abbastanza blocchi con materiale riciclato da poter creare un "ponte" tra i due continenti.
Un risultato incredibile.

 

VANTAGGI AMBIENTALI E AZIENDALI

Negli ultimi anni, grazie ad una media di 9.000 di tonnellate di materiale di risulta riciclato e recuperato ogni anno, la nostra azienda è riuscita ad evitare l'utilizzo di 7.500 m³ di materiale naturale, equivalente a 7.500 motocarri da 1 m³, riducendo drasticamente l'impatto ambientale, oltre allo spreco di carburante ed all'inquinamento che deriverebbe dal trasporto da cava alla nostra azienda di un così ingente quantitativo di inerti.
Il materiale di risulta consiste in mattoni, blocchi, tufo, manufatti in cemento e/o gesso, mattonelle e materiali edili in genere. Non contiene terra.
Inoltre, i nostri manufatti e prefabbricati, possono essere a loro volta riciclati, completando il circolo virtuoso del riciclaggio-riuso.

 

CARATTERISTICHE INNOVATIVE

I nostri blocchi in cemento sono realizzati con il 70% di materiale riciclato e 30% materiale vulcanico naturale. Mantengono, la finitura, compattezza e la resistenza nel tempo dei prodotti similari realizzati con solo materiale naturale.
Da test di laboratorio effettuati, la resistenza a schiacciamento e compressione risulta anche migliore rispetto ai blocchi prodotti con solo materiale naturale.
E' chiaro che non si arriva a risultati positivi per caso: decenni di esperienza ci hanno permesso di raggiungere standard qualitativi elevatissimi.

 

 

NOZIONI GENERALI

BIOEDILIZIA - ECONOMIA CIRCOLARE - LCA

Le tecniche ed i processi dell’edilizia tradizionale lasciano spazio alla bioedilizia, più attenta all’impatto ambientale dei processi, che prevede una gestione sempre più efficiente dei cicli dell’energia, dell’acqua e delle risorse naturali.
Costruire in Bioedilizia vuol dire rispettare lo stretto rapporto che c'è tra uomo, edificio e ambiente, riducendo il più possibile l'impatto delle costruzioni sulla salute delle persone e sull'ambiente, attraverso un limitato utilizzo di risorse che non possono essere rinnovate, e l'utilizzo di materiali non nocivi.

Crediamo fermamente nell'Economia Circolare, ovvero un sistema economico pensato per potersi rigenerare da solo garantendo dunque anche la sua ecosostenibilità.
Per comprendere il concetto di economia circolare è sufficiente osservare ciò che accade in natura: li, in effetti, non esiste il rifiuto. Tutto ciò che viene prodotto ha uno scopo e tutto ciò che diviene scarto si trasforma in nuova risorsa, innescando un circuito virtuoso che si autoalimenta.
Ecco cosa si intende per economia circolare dei rifiuti: un sistema in cui si supera il percorso produzione-consumo-smaltimento per sostituirlo con un modello, appunto circolare, dove il prodotto di scarto finale viene re-immesso in circolo come materia prima seconda. 
L'analisi del ciclo di vita (LCA, in inglese Life-Cycle Assessment) è un metodo strutturato e standardizzato a livello internazionale che permette di quantificare i potenziali impatti sull'ambiente e sulla salute umana associati a un bene o servizio, a partire dal rispettivo consumo di risorse e dalle emissioni. Nella sua concezione tradizionale, considera l'intero ciclo di vita del sistema oggetto di analisi a partire dall’acquisizione delle materie prime sino alla gestione al termine della vita utile includendo le fasi di fabbricazione, distribuzione e utilizzo.
Nella società attuale, è necessario sostituire il vecchio modello progettuale lineare che prevede un continuo consumo di nuove risorse e la produzione di rifiuti, con un modello circolare che pensi all’edificio lungo tutto il suo ciclo di vita e che ne progetti la fase di fine vita in modo che sia il punto di partenza per nuovi cicli, senza bisogno di attingere alle risorse naturali.

 

 

I MATERIALI E LA LORO RICICLABILITA': I 5 GRUPPI

1. Materiali riutilizzabili per lo stesso uso: mattoni pieni, lastre in pietra naturale, tubi di rame, finestre.
2. Materiali riciclabili o biodegradabili: legno, tavolame, fibre di legno, canna palustre, lino, canapa, lana di pecora, paglia, pietre naturali, argilla, mattoni crudi.
3. Materiali riciclabili solo tramite altri processi di trasformazione: laterizio, calcestruzzo, derivati del legno non trattato con sostanze chimiche.
4. Materiali riciclabili solo con processi problematici: materie plastiche, materiali composti e non separabili, cavi elettrici.
5. Materiali non riciclabili che devono essere distrutti: pitture sintetiche, collanti e mastici sintetici, schiume tecniche.

 

LA DIFFERENZA TRA RICICLO E RIUSO

Sembrano esprimere lo stesso concetto, ma in realtà sono termini ben distinti fra loro e, seppur entrambi puntano ad una corretta gestione dei rifiuti limitando l'uso delle discariche, le attività loro connesse sono molto diverse.
Se riuso è un'azione immediata e significa riutilizzare un oggetto che non è ancora diventato rifiuto, per la stessa finalità per cui erano già stati utilizzati in precedenza, riciclo invece, porta ad una vera e propria trasformazione, e vuol dire “recuperare e riusare materiali di scarto e di rifiuto” al fine di dare una seconda vita, che sia uguale alla precedente o diversa, ad oggetti o prodotti.

 

LA REGOLA DELLE 5 ERRE

L'uso corretto delle risorse passa attraverso una serie di pratiche, chiamate le cinque erre, che tutti dovremmo adottare, cittadini, aziende, istituzioni pubbliche ed associazioni:

- ridurre
- riutilizzare 
- riciclare 
- recuperare volume ed energia 
- razionalizzare lo smaltimento

Queste operazioni sono ordinate in base al risparmio energetico che consentono e quindi rappresentano una sorta di gerarchia dei rifiuti, un ordine prioritario, a partire dalla migliore opzione energetica e ambientale via via fino alla meno conveniente. 

Ridurre
In testa a queste prorità c'è la riduzione dei rifiuti, ovvero una serie di accorgimenti presi prima che una sostanza, un materiale o un prodotto diventino un rifiuto. Fanno parte di questa categoria l'estensione del ciclo di vita, la progettazione che minimizza il contenuto di sostanze pericolose dei prodotti e dei materiali, nonché le operazioni di bonifica e disinquinamento. Esempi di queste pratiche sono la riduzione degli imballaggi per la confezione dei prodotti, la progettazione eco-sostenibile e gli stili di vita sobri da parte dei cittadini. 

Riutilizzare
Il secondo livello è rappresentato dalle operazioni (preparazione, lavaggio, cernita, collaudo, controllo, riparazione) che rendono possibile il riutilizzo di prodotti diventati rifiuti, senza che sia necessaria la loro distruzione o altro pretrattamento. Esempi di queste operazioni sono il lavaggio delle bottiglie di vetro per poterle riutilizzare o il ricondizionamento dei computer dismessi dalle aziende. 

Riciclare
C'è poi il riciclaggio, costituito dalle operazioni di recupero dei materiali di cui sono composti i rifiuti, per ottenere prodotti, materiali o sostanze da utilizzare preferibilmente per la loro funzione originaria, ma anche per fini meno nobili, come la produzione di concime o ammendante a partire da materiale organico. Esempio: la frantumazione del materiale di risulta di cantiere, la fusione del metallo o l'estrusione della plastica per ottenere materia seconda rilavorabile. 

Recuperare
Il livello più basso del riuso è il recupero diverso dal riciclaggio, in cui i materiali sono utilizzati per produrre energia o materiale inerte. La logica è quella di permettere a rifiuti comunque non tossici di rendersi utili sostituendo altri materiali. È un settore molto delicato, perché molte organizzazioni criminali utilizzano queste pratiche per camuffare vere e proprie operazioni di smaltimento di rifiuti tossici a basso costo. Ma, svolte in modo corretto, sono operazioni che hanno un senso energetico e ambientale. Sono esempi di queste pratiche l'utilizzo di plastiche di bassa qualità come Combustibile da Rifiuti o l'uso di materiali da demolizioni edili come sottofondi stradali.

Razionalizzare lo smaltimento
Esauriti tutti i tentativi di effettuare in sequenza una o più delle pratiche precedenti, non resta che effettuare lo smaltimento, ovvero un'operazione diversa dal riuso. Spesso l'operazione genera in parte il recupero di sostanze o di energia, come nel caso degli inceneritori, ma si tratta di un'opzione di ultima istanza, da scoraggiare il più possibile.